Richiesta di rinvio della riforma dello sport

Arriva dai commercialisti la richiesta del rinvio dell’entrata in vigore della riforma dello sport, prevista per il 1° gennaio 2023.

Le motivazioni, come specificato nel comunicato del CNDCEC, è derivata da un’attenta analisi sugli obiettivi di coordinamento normativo e di semplificazione che il legislatore si era posto con la legge delega sulla Riforma dello Sport, e che non sarebbero raggiunti.

Le maggiori criticità sono derivate dalla difficile armonizzazione tra le disposizioni in materia di lavoro sportivo ed il settore dilettantistico. La previsione di una pluralità di rapporti applicabili ai lavoratori sportivi (subordinato, autonomo e autonomo nella forma prevista dall’art. 409 c.p.c.) unitamente a parametri difficilmente dimostrabili da parte delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche per l’applicazione dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa non contribuisce a una reale semplificazione, mantenendo un clima di incertezza che lascerebbe esposti gli enti sportivi in casi di contestazioni relative alla natura del rapporto di lavoro, anche in considerazione del richiamo ai decreti ministeriali in attesa di emanazione che renderebbe di fatto inapplicabile la norma.

Un rinvio che potrebbe essere utilizzato per giungere ad una revisione dei cinque decreti attuativi al fine di predisporre un Testo Unico dello Sport che abbia come fine quello di unificare le diverse norme dello sport dilettantistico, civilistiche, fiscali e previdenziali, coordinandole anche, laddove appropriato, con quelle previste dal Codice del Terzo Settore.

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