Premierato ed autonomia differenziata: il governo macina le sue riforme con metà Italia alla finestra
La fuga dalle urne soprattutto al Sud e la spaccatura sociale del Paese avrebbero dovuto suggerire alla maggioranza una riflessione accurata prima di riprendere il percorso delle due “riforme-bandiera” di Meloni e di Salvini. Ed invece, come sottolinea il presidente di Eurispes Gian Maria Fara, il governo si concentra su come «esercitare il diritto di guidare il Paese anziché farlo funzionare». Un’accozzaglia di riforme, a giudizio del cardinale Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, che «rischia di minare la basi del vincolo di solidarietà, presidio dell’unità della Repubblica». Siamo un Paese fermo, nel quale il debito pubblico cresce progressivamente, registra la più bassa occupazione femminile e le più alte criticità nella parità di genere. E, soprattutto, registra l’emorragia di 120 mila giovani che emigrano ogni anno impoverendolo. Un’Italia in cui circa 6 milioni di italiani sono in povertà assoluta e altrettanti faticano ad arrivare alla fine del mese, il 30% dei quali è costretto a ricorrere all’aiuto della famiglia d’origine e altrettanti rinunciano alle cure mediche.
Fonte: Italia libera – Giornale digitale di formazione e partecipazione attiva
L’intervento di ALESSIO LATTUCA, presidente Movimento per la Sostenibilità