Non è un libro per le vacanze
C’è un libro o meglio un testo che interessa del tutto ogni cittadino, nel bene e nel male, amato (poco) e odiato (molto), rispettato e temuto, fin dalla prima edizione diventò un best seller e tuttora ha mantenuto invariato su di se l’interesse, il riguardo, l’appeal, anzi l’attenzione su di esso è cresciuta esponenzialmente diventando essenziale nell’interesse del lettore del cittadino, tuttavia riuscendo ad appassionare solo pochi settori di nicchia. Contrariamente ad ogni best seller, dalla sua prima uscita, ha subito profonde trasformazioni, creando non pochi problemi ai suoi lettori. Non ha un’unica casa Editrice, è liberamente riproducibile, commentabile e consultabile sul web. Il titolo? “Testo Unico delle Imposte sui Redditi” con un accattivante acronimo: “TUIR”, con un’identificazione di appartenenza data dai compositi autori: “ D.P.R. 22 dicembre 1986, 917”.
Si, in buona sostanza, si tratta del testo che contiene tutta la disciplina in materia di imposte sui redditi. Il suo contenuto ha subito sostanziali modifiche dalla sua nascita a causa delle diverse Finanziarie, leggi di Stabilità e decreti sviluppo che si sono succedute, mettendo in seria difficoltà contribuenti e professionisti del settore. Dall’entrata in vigore, avvenuta i 1° gennaio 1988 ci sono state bel 776 modifiche, in media una ogni 13 giorni! Inoltre a seguito della riforma approvata nel 2003 è stato riscritto il Titolo II riguardante l’Imposta sul reddito delle persone giuridiche, l’IRPEG, sostituita con l’introduzione dell’Imposta sul reddito delle società, IRES. Due terzi delle modifiche riguardano le norme sulle persone fisiche il rimanente terzo si riferisce all’imposta delle persone giuridiche, le detrazioni per carichi di famiglia sono cambiate per ben 16 volte e dal 2008 al 2014 le agevolazioni, stimate anche dalla Corte dei Conti, hanno subito addirittura 202 variazioni.
La stesura del Testo Unico delle Imposte sui Redditi rappresentò un evento positivo e quanto mai atteso dai contribuenti e dai professionisti. Disporre di un unico testo dove venivano raggruppate tutte le norme utili alla determinazione del reddito fece immediatamente ritenere che si era avviati ad una semplificazione epocale. Nulla di più errato. Poco dopo, con le varie “manovre”, iniziò l’azione correttiva, modificativa del testo, con una proliferazione di interventi che progressivamente si sono succedute nel tempo con una farraginosità legislativa impensabile e impressionante. Ma non bastò. Il legislatore con scarsa attenzione e distacco dal contribuente iniziò ad emanare sempre più norme fiscali esterne dal Testo Unico, con il risultato di rendere caotiche alcune interpretazioni con il rischio di creare addirittura conflittualità tra le norme stesse, costringendo l’amministrazione ad emanare circolari esplicative o risoluzioni ministeriali.
Il disinteresse dei governi e dei parlamenti che si cono succeduti negli anni sta toccando livelli inauditi nei confronti dei contribuenti che vorrebbero una normativa più semplice e sopratutto comprensibile. Possiamo solamente esprimere l’auspicio, che si torni al proposito del legislatore di quasi trenta ani fa, pensando ad un riordino normativo tempestivo, ma sopratutto efficace. Ne beneficerebbero tutti, in primis i contribuenti che vedrebbero un fisco più chiaro e più equo, che creerebbe una drastica riduzione dei soliti furbi alla ricerca dell’alibi dell’evasione per necessità e così pure il ridimensionamento dei fenomeni elusivi prodotti dalla caotica normativa fiscale, ne beneficerebbe l’amministrazione finanziaria che potrebbe operare in un regime trasparente usufruendo di un rapporto più collaborativo e di fiducia nei confronti dei contribuenti, e, non ultimo ne beneficerebbe la classe politica che darebbe prova di un primo cenno di sensibilità nei confronti dei contribuenti che meriterebbero di essere amministrati con trasparenza e credibilità.
Fonte: Il Sole 24 Ore del 22 giugno 2015