L’archeologia, l’arte e il malaffare
Era, all’apparenza, una consorteria difficile da scalfire, quella del traffico internazionale dei reperti archeologici e delle opere d’arte, in quanto i guadagni erano stratosferici, per cui ognuno si coltivava il proprio orticello, senza pestare i piedi a nessuno dei “colleghi”. E, tuttavia, come nelle migliori famiglie, per qualche affare andato male, o per l’invasione di campo da parte di qualche “big concorrente”, qualche crepa riuscì ad aprirsi e fu possibile avere un’idea, non solo della dimensione del traffico, ma anche di quanti reperti preziosi avessero illecitamente lasciato il nostro Paese. Epicentro di questo ordito malavitoso, la Svizzera, da Berna a Zurigo o a Losanna, con una filiale, a sua volta ben attrezzata e soprattutto ben fornita, a Monaco. I nomi? Leggete qui…
Fonte: Italia libera – Giornale digitale di formazione e partecipazione attiva
L’articolo di ARTURO GUASTELLA, nostro inviato nella Magna Grecia
IL – 22 Luglio 2022
L’archeologia, l’arte e il malaffare: «vi racconto la mia caccia a tombaroli e trafficanti»