Corte di Cassazione: no al risarcimento per infortuni durante l’allenamento degli sport da contatto

La Corte di Cassazione, con sentenza n. 4707/2023, ha stabilito che negli sport da contatto il risarcimento dei danni per gli infortuni subiti durante l’allenamento non scatta se non si dimostra che l’azione svolta sia al di fuori della funzionalità della pratica sportiva.

Un uomo ricorreva alla Corte, a seguito della sentenza a suo sfavore della Corte d’Appello di Trieste, chiedendo un risarcimento dei danni per la lesione riportata a seguito di un calcio nel triangolo genitale da parte del suo avversario durante un allenamento di Mixed Martial Arts. Egli portava tre motivi di ricorso, sostenendo che dovesse essere risarcito poiché fosse una mossa illecita nel regolamento di tale sport.

Si entra, quindi, nella questione della differenza e a volte sovrapposizione dell’illecito sportivo e illecito civile. La Corte ha infatti sollevato il principio secondo cui nello sport caratterizzato da contatto fisico e dall’uso della violenza, la violazione nel corso dell’attività di allenamento del regolamento sportivo non costituisce di per sé illecito civile in mancanza di altre circostanze rilevanti ai fini del carattere ingiustificato dell’azione dell’atleta. I giudici, nell’esaminazione del caso e nel confronto con altre sentenze, hanno evidenziato che non ci fossero altre circostanze, siccome entrambi gli atleti erano professionisti e non mancavano le protezioni.

Per questo motivo viene rigettato il ricorso e si condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali.

Cassazione Sentenza 4707-2023

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