Corte di cassazione: il pericolo si configura anche senza conseguenze dannose
La pericolosità di un gesto esiste anche nel caso in cui quest’ultimo non abbia creato danni concreti. Questo quanto deciso dalla Corte di cassazione nella sentenza n. 545 pubblicata l’11 gennaio 2023.
La Corte d’ Appello di Perugia aveva emesso sentenza riguardante un individuo condannato per aver lanciato un fuoco d’ artificio acceso durante una partita di calcio.
L’imputato ricorreva in Cassazione con un unico motivo. In sintesi, sosteneva un vizio di motivazione e che fosse stata violata la norma incriminatrice. Nello specifico egli credeva che la sua condotta dovesse essere supportata da un concreto pericolo per le persone, cosa che non si era verificata siccome nessuno fosse stato colpito o si fosse lamentato.
La Corte riteneva, invece, corretta l’interpretazione della pericolosità della condotta, indicando che il reato si configura come pericolo concreto anche senza conseguenze dannose perché “il pericolo altro non è se non una valutazione probabilistica […] circa il rischio che da una certa condotta scaturisca un determinato evento.”
Per questo motivo, la Cassazione dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende.