Attività di bar in ambito non profit, l’accertamento è legittimo
Con la sentenza 10175 del 30 marzo 2022, la Corte di Cassazione ha chiarito che l’accertamento tributario, presso un’ASD basato su prove acquisite con accesso illegittimo, resta comunque valido.
Una società proponeva ricorso presso la Corte Tributaria Provinciale circa un avviso di accertamento relativo ad IRAP; IRES e IVA per il 2004 con il quale l’Agenzia delle Entrate aveva recuperato a reddito sia le quote associative che i ricavi di attività promozionale e della vendita di prodotti commerciali da bar in quanto l’attività commerciale svolta all’interno dei locali di una associazione sportiva in liquidazione non era funzionalmente connessa con gli scopi statutari. La Commissione Tributaria Provinciale e la Commissione Tributaria Regionale accoglievano il ricorso della società affermando che la constatazione è frutto di un accesso illegittimo nei locali della società contribuente e se è vero che nell’ordinamento tributario non esiste un principio di inutilizzabilità delle prove illegittimamente acquisite, è anche vero che sono inutilizzabili le prove acquisite nel corso di una perquisizione illegale in quanto non autorizzata dal Pubblico Ministero.
L’Agenzia delle Entrate proponeva allora ricorso presso la Corte contestando la violazione della normativa in quanto l’esercizio di un’attività commerciale non contrasta necessariamente con la natura di ente non commerciale di un’associazione e non occorreva una autorizzazione del Pubblico Ministero per accedere a locali che non costituiscono domicilio della parte contribuente.
La Corte riteneva il motivo dell’Agenzia delle Entrate fondato, sostenendo che gli elementi raccolti a carico del contribuente dalla Guardia di finanza senza il rispetto delle formalità delle garanzie difensive specificamente prescritte per il procedimento penale sono inutilizzabili in tale sede ma sono pienamente utilizzabili nel procedimento di accertamento fiscale. In tema di accertamento, la Cassazione ribadiva che ai fini dell’accesso ai locali di un’associazione non occorre l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria poiché tale autorizzazione è necessaria unicamente nell’ipotesi di accesso presso l’abitazione del contribuente.
Per questo motivo, La Corte accoglieva il ricorso, cassava la sentenza impugnata e rinviava la causa alla Commissione Tributaria Regionale delle Marche.